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Pizza: trucchi per mangiarla senza aumentare glicemia e peso

Se su molti altri piatti i dibattiti sono spesso accesissimi, c'è un alimento che mette d'accordo tutti: la pizza. Impossibile o quasi, infatti, trovare una persona che non la ami, anche se non tutti la includono nella propria alimentazione, visto che ogni pizza mangiata comporta l'assunzione di un numero di calorie non indifferente.

Tuttavia, la ricetta tradizionale si inserisce perfettamente nella dieta Mediterranea e, pur con la dovuta moderazione, non esiste alcun motivo per bandirla completamente dalla propria tavola.

Per capire come e in che modo, il primo passo da fare è quello di conoscere a fondo le caratteristiche di questo cibo tanto amato quanto temuto, così da adattarla al proprio regime alimentare abituale.

Calorie e proprietà della pizza

Che la pizza non sia un cibo ipocalorico è un fatto assodato ma è bene ricordare che non tutte sono uguali e che le calorie possono variare tantissimo. Una versione semplice e sottile con pomodoro, origano e un filo d'olio non è certo paragonabile a una più voluminosa e molto farcita.

In linea generale una classica margherita del peso medio di 300 grammi apporta all'incirca dalle 800 alle 1000 calorie.

Per valutare la qualità di una pizza e quanto questa incida sul benessere fisico le calorie non sono però l'unico parametro da tenere in considerazione.

Perché la digestione sia facile e serena meglio preferire una pizza ben cotta e ben lievitata e con una lista degli ingredienti piuttosto contenuta. L'ideale sarebbe che a mancare non siano le verdure, in modo da consentire anche l'apporto di sostanze preziose come le fibre.

Questo ovviamente non significa dover rinunciare al gusto e optare per una pizza solo perché salutare. Non bisogna dimenticare, infatti, che si tratta del pasto libero della settimana e che quindi debba essere anche un piacere concederselo.

Come inserirla in una dieta ipocalorica

La pizza, a causa dell'alto numero di calorie, è considerata l'opposto di un alimento dietetico e per questo, è quasi sempre bandita dalla routine alimentare di chi si sottopone a una dieta dimagrante, che spesso non consente di sforare le 1300 calorie. Ovviamente si tratta di una stima approssimativa, visto che ogni piano alimentare deve essere calibrato sulla persona ma difficilmente si supera di molto quella soglia, che con una sola pizza viene quasi completamente coperta.

Chi si trova in questa situazione ma non vorrebbe rinunciare del tutto a questo piatto dovrebbe rivolgersi al proprio nutrizionista in modo da capire come e quando introdurlo ma un consiglio generico piuttosto valido è di pazientare un paio di settimane dall'inizio della dieta, in modo che l'organismo si assesti sulla nuova routine, e poi introdurla una volta a settimana, in quello che solitamente viene considerato il pasto libero.

Solo in questo modo, avendo ben chiara la situazione bilancia del resto della settimana, è possibile capire se questo sgarro incide sul dimagrimento oppure se si è in grado di assimilarla senza accusare il colpo.

Solitamente quando il processo dimagrante è avviato una pizza ogni tanto non dovrebbe costituire un problema ma iniziare fin da subito a sgarrare potrebbe causare qualche insidia in più e soprattutto rendere difficile capire le reazioni del proprio corpo.

Per avere un quadro reale della situazione però non ci si deve pesare la mattina dopo averla mangiata. A seguito di un pasto ricco, infatti, la bilancia tende sempre a segnare mezzo o un chilo in più non dovuti al grasso ma all'aumento momentaneo dell'acqua ritenuta dai tessuti. Per un riscontro più veritiero, quindi, meglio aspettare almeno un giorno.

Mangiare la pizza sul divano davanti alla tv è uno dei comportamenti che compongono il Goblin mode.

Come ridurre l’impatto glicemico della pizza

A causa dell'alta presenza di amido nella loro ricetta, dell'apporto energetico e del processo di lievitazione, focacce e pizze innalzano tantissimo la glicemia e la tengono in quella condizione per molto tempo. Fortunatamente però esistono strategie particolarmente utili per ridurre questo impatto.


Meglio quelle con farina integrale

A fare la differenza in molti casi è il tipo di farina che si sceglie e la quantità utilizzata. Quelle più lavorate sarebbero da accantonare, preferendo invece le integrali.

Meno una farina è raffinata, infatti, più i granuli di amido sono grandi e questo aumenta la presenza di fibre ed eventuali grassi del germe di grano, che a loro volta diminuiscono l'indice glicemico. Ottime anche le farine di legumi, in grado di ridurre ulteriormente l'impatto glicemico.


Attenzione alla lievitazione

Non meno importante la lievitazione, che se avviene in modo errato può trasformarsi in un vero e proprio nemico della salute.

Per ridurre in parte l'effetto di pizze e focacce sulla glicemia, se le si prepara in casa meglio sottoporle a lievitazione naturale, e in pizzeria chiedere informazioni in merito.


Prima mangiare un piatto di verdure

Un ultimo trucco per chi deve mantenere la glicemia sotto controllo è quello di mangiare, prima della pizza, un abbondante piatto di verdure crude con olio e limone o aceto. La combinazione di fibre e acidità rende infatti, più lento il rialzo glicemico.



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