CHE MALE AI POLPACCI QUANDO IL SANGUE NON CAMMINA!
L’arteriosclerosi è l’indurimento e la chiusura delle arterie che colpisce, generalmente, tutti i vasi dell’organismo, anche se alcune parti possono essere maggiormente interessate.
Cuore e cervello
In alcuni casi sono più coinvolti i vasi del cuore, con possibilità di infarti e dolore cardiaco, mentre in altri è maggiormente interessato il circolo cerebrale, con probabilità di ictus o deterioramento delle funzioni cognitive.
Le gambe
Quando la malattia interessa i vasi che portano il sangue alle gambe, possono esserci una serie di disturbi, più o meno invalidanti, il più caratteristico dei quali è la claudicatio intermittens. Le persone che ne soffrono, infatti, dopo aver percorso un tratto di cammino più o meno lungo sono costrette a fermarsi per la comparsa di un intenso dolore al polpaccio o, meno frequentemente, nella parte bassa della schiena, alle natiche o alle cosce. È sufficiente fermarsi e riposarsi per alcuni secondi, per stare subito meglio e poter riprendere a camminare, salvo doversi nuovamente fermare dopo aver percorso un tratto di strada di uguale lunghezza.
Il sangue non cammina
Questo problema è provocato dalla riduzione del flusso del sangue lungo le arterie malate, parzialmente o completamente ostruite.
È come se il tubo che porta la benzina (il sangue) al motore dell’auto (i muscoli) fosse in parte otturato. Con il motore al minimo, la quantità di benzina che arriva ai cilindri è proporzionata al bisogno ed il motore gira normalmente, ma appena si affonda il piede sull’acceleratore, il motore tende a spegnersi perché la benzina che arriva al motore non è più sufficiente alle richieste nel frattempo aumentate.
I medici chiamano questa condizione arteriopatia ostruttiva periferica (AOP). L’arteriosclerosi non è l’unica causa dell’AOP, anche se è di gran lunga la più frequente.
Chi rischia
L’arteriopatia ostruttiva periferica colpisce prevalentemente i maschi e la sua frequenza aumenta con l’età, specie dopo i 60 anni, mentre le donne sono relativamente protette, almeno sino ai 70 anni. In seguito, il rischio tra i due sessi tende a pareggiarsi. Il fumo è il fattore di rischio più importante. Tutti gli studi hanno confermato che lo sviluppo dell’arteriopatia ostruttiva periferica è strettamente collegato al vizio di fumare e, continuare a fumare anche dopo la comparsa dei primi disturbi, contribuisce ad aggravare la malattia.
Il diabete mellito è altrettanto importante nello sviluppo della malattia ed i diabetici, non solo hanno più probabilità di avere l’arteriopatia ostruttiva periferica , ma rischiano, di più, un’evoluzione della verso forme più gravi.
Anche ipertensione e ipercolesterolemia ne favoriscono la comparsa.
Quanto è grave
Nei casi più gravi, compare la claudicatio intermittens, con autonomia di marcia sempre più breve man mano che la malattia si aggrava. A volte questi pazienti possono fare solo pochi passi prima d’avvertire dolore e finiscono con il ridurre sempre più le loro attività e il raggio del loro cammino, circoscritto allo spazio di casa. Nei casi più preoccupanti, la quantità di sangue che raggiunge le gambe è insufficiente anche se il paziente non cammina. Il dolore si fa continuo, anche a riposo, soprattutto di notte. Da qui ai casi estremi, il passo è breve. Le ostruzioni sono estese a tal punto che solo una piccolissima quantità di sangue raggiunge i tessuti (muscoli, cute e sottocute) ed è inadeguata a mantenerli in vita. A questo punto la pelle si ulcera e si formano piaghe e gangrene più o meno vaste.
Una malattia che colpisce tutto il corpo
L’arteriosclerosi interessa le arterie che portano il sangue alle gambe – aorta addominale, arteria iliaca, femorale e poplitea – ma, in realtà, è solo un aspetto di una malattia più diffusa che colpisce tutti i vasi del corpo. In pratica, il danno è esteso anche alle arterie che irrorano il cervello, il cuore e gli organi addominali. Il paziente con Arteriopatia Ostruttiva Periferica (AOP), specie se ha già disturbi alle gambe, rischia, perciò, di avere, nel giro di pochi anni, un infarto al cuore o un ictus cerebrale.
Diagnosi precoce
Scoprire precocemente d’avere un’AOP permette di intervenire per tempo sui fattori di rischio – fumo soprattutto, ma anche ipertensione e colesterolo alto – in modo da ridurre il pericolo di avere un infarto o un ictus. È bene, perciò, che chi ha uno o più fattori di rischio (specie chi fuma!) sappia cogliere precocemente i segni di un’eventuale insufficienza della circolazione arteriosa alle gambe.
Le indagini strumentali
La prima indagine da fare è un’attenta valutazione dei sintomi ed una accurata visita. L’esame strumentale specialistico da effettuare è l’Ecodoppler che permette una diagnosi precisa di gravità e localizzazione dell’ostruzione arteriosa. L’esame è semplice, innocuo, non invasivo in quanto utilizza ultrasuoni e non necessita di preparazione. Nei casi in cui lo specialista chirurgo vascolare ritenga opportuno un eventuale intervento chirurgico di correzione dell’ostruzione arteriosa è quasi sempre necessario eseguire un indagine diagnostica di livello superiore. Oggi tale esame è rappresentato dall’AngioTC. Si tratta di sottoporre il paziente ad un esame TAC con mezzo di contrasto utilizzando degli apparecchi di ultima generazione che non solo consentono di avere un numero elevatissimo di immagini con intervalli si un solo millimetro tra esse ma anche di avere delle ricostruzioni tridimensionali del sistema vascolare arterioso. Sulla base di tale indagine si può così programmare l’eventuale intervento di ricostruzione arteriosa.
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