Paralisi di Bell
- Alberto Trevisan
- 4 ore fa
- Tempo di lettura: 2 min
Oggi parliamo di un disturbo tanto improvviso quanto scenografico: la paralisi di Bell! Se ti svegli e il volto ha deciso di lavorare.. solo da un lato, non pensare al peggio: potrebbe essere proprio lei, una condizione fastidiosa ma in genere reversibile.
Cos’è e dov’è?
La paralisi di Bell è una paralisi periferica del nervo facciale (VII cranico), che controlla i muscoli del viso. Succede quando il nervo, che attraversa un piccolo canale nell’osso temporale, si infiamma e smette temporaneamente di funzionare.
Risultato? Il volto si blocca da un solo lato, con impossibilità di muovere bocca, occhio, sopracciglio.. e addio espressioni simmetriche!
Curiosità divertente
Il nome viene dal medico scozzese Sir Charles Bell, che descrisse la paralisi nel 1821. Ma in certi casi, più che "di Bell", sembra la paralisi del selfie: ci si guarda allo specchio e si nota che la bocca “pende”, l’occhio non si chiude.. e il sorriso è mezzo spento.
Come si sviluppa?
Spesso è idiopatica (senza causa chiara), ma può essere associata a infezioni virali (herpes simplex latente), raffreddamento improvviso (es. colpo d’aria, aria condizionata), stress o immunodepressione.
Il nervo si infiamma, gonfia, e rimane “intrappolato” nel canale osseo, bloccando i segnali motori verso i muscoli del volto.
Nella vita quotidiana
Chi ne soffre può notare difficoltà a chiudere l’occhio, asimmetria del sorriso, perdita di espressività, difficoltà a bere o a pronunciare alcune parole, lacrimazione o secchezza oculare.
La mimica facciale diventa “a metà”, e l’impatto emotivo può essere importante.
Parole complicate, spiegate semplici
Paralisi periferica: riguarda il nervo dopo che è uscito dal cervello, e colpisce tutto un lato del volto (anche fronte e sopracciglio).
Nervo facciale (VII nervo cranico): trasmette i comandi per tutti i muscoli dell’espressione facciale.
Accenni di fisioterapia
La riabilitazione è fondamentale e può includere esercizi specifici per i muscoli mimici, tecniche di biofeedback e specchio per stimolare la simmetria, mobilizzazioni leggere per evitare rigidità, stimolazioni sensoriali e neuromuscolari (es. con ghiaccio o vibrazione) ed educazione alla protezione dell’occhio (se non si chiude).
La fisioterapia accelera il recupero e riduce il rischio di sinchinésie (movimenti involontari post-recupero).
Curiosità scientifica
Nel 70–85% dei casi si ha un recupero completo entro 3 mesi, soprattutto se si inizia la terapia cortisonica precoce (entro 72 ore).
Nei casi più gravi, o con ritardo nella diagnosi, possono rimanere sequele. Ma con la giusta riabilitazione, anche la mimica più timida può tornare a sorridere.
Conclusione
La paralisi di Bell è spaventosa all’inizio, ma nella maggior parte dei casi è reversibile e benigna. Con il giusto approccio, tanta pazienza e il supporto di professionisti sanitari esperti, il volto può tornare a parlare, sorridere e.. fare le smorfie che vuole!

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