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Stitichezza rimedi: cure, consigli e rimedi naturali per combattere la stipsi.

La stitichezza è uno dei disturbi più diffusi del mondo occidentale: come si può rimediare, a questa condizione scomoda e spiacevole? È proprio necessario ricorrere a cure farmacologiche? Spesso il problema è soltanto legato a cattive abitudini alimentari ed allora possono essere utili rimedi naturali ed alcuni consigli per attenuare i disturbi legati alla stipsi.

Stitichezza o stipsi: conoscerla per combatterla.

La stitichezza non è, generalmente, una malattia ma bensì un sintomo di patologie che interessano l’intestino o più semplicemente di abitudini scorrette. Per stabilire quindi quale sia il rimedio più efficace per contrastare la stipsi bisogna prima condurre un’attenta analisi delle cause che la hanno generata.

Chiariamo, innanzitutto, cosa normalmente si intende per stitichezza. Si parla di “stitichezza” quando per un periodo, ragionevolmente lungo (almeno 2,5 - 3 mesi), il paziente lamenti :

  • Un numero basso di evacuazioni delle feci (meno di 2 a settimana).

  • Costante difficoltà nell’evacuazione che avviene soltanto dopo sforzo prolungato.

  • Sensazione di costipazione.

  • Ostruzione dell’ampolla ano-rettale.

La stipsi può essere:

  • acuta se insorge improvvisamente ed è limitata ad un periodo di tempo

  • cronica se persiste per mesi o anni ed è spesso conseguenza di una scorretta alimentazione e di un cattivo stile di vita tra cui la sedentarietà.

Un’ulteriore distinzione va fatta tra: stitichezza primaria o anche “idiopatica” e stitichezza secondaria. La stitichezza primaria si ha in assenza di altre patologie organiche o biochimiche di cui la stipsi costituisce il sintomo ed è correlata alla motilità intestinale (contrazioni coordinate della muscolatura liscia dell’intestino che favoriscono il transito delle feci).La stitichezza secondaria è correlata e costituisce uno dei sintomi di svariate patologie o alterazioni biologiche.Nel caso della stitichezza secondaria la remissione della patologia o dell’alterazione che la produce comporta generalmente anche la scomparsa del disturbo.

Nel caso di stitichezza primaria ossia in assenza di fattori patologici che la determinano i rimedi possono essere molteplici. E’ comunque da sottolineare che sono sconsigliatissimi i rimedi “fai da te”, che potrebbero portare ad un peggioramento di sintomi e cause, come la scelta di auto-somministrarsi dei farmaci con terapie tutte personali o “per sentito dire”. La prima cosa da fare quando ci si trova a soffrire di stipsi quindi è rivolgersi ad un gastroenterologo che possa indicare il rimedio più efficace nel caso specifico. Messo in chiaro questo punto, passiamo ad esaminare i possibili rimedi per contrastare la stipsi.


La giusta alimentazione: dieta ricca di fibre, acqua, e poi?


Uno dei rimedi più efficaci per prevenire e contrastare la stitichezza è il seguire un’alimentazione adeguata. In particolare la dieta antistipsi dovrebbe essere:

  • ad alto contenuto di fibre, che trattengono acqua nelle feci aumentandone il volume e facilitandone il transito (la dose giornaliera consigliata è di circa 20-25 grammi, ma può arrivare fino a 30 grammi per chi soffre di questo problema)

  • ricca di acqua perchè in condizioni di disidratazione l’organismo cerca di conservare l’acqua nel sangue sottraendolo alle feci. Bisognerebbe bere circa due litri d’acqua al giorno, meglio se calda, o almeno a temperatura ambiente.

Ma l’acqua e le fibre non devono essere per forza assunti in purezza, infatti, ci sono molti alimenti che ne contengono buone percentuali e quindi possono essere d’aiuto nel garantire una buona regolarità intestinale, vediamo quindi cosa e come è consigliato mangiare.


Ci sono molti cibi che possono essere d’aiuto:

  • frutta e verdura: soprattutto kiwi, uva, mele, pere, papaya, arance sono ottimi alleati per combattere la stipsi in quanto ricchi di fibre. In generale, i succhi di frutta non hanno lo stesso effetto dell’assunzione completa del frutto (in quanto poveri della polpa e quindi delle preziose fibre in essa contenute), ma nel caso del succo d’arancia, anche quest’ultimo può essere un ottimo alleato

  • crusca (rivestimento del frumento)

  • cereali integrali, in particolare se preparati con farine contenenti crusca

  • frutta secca: mandorle; noci; arachidi; nocciole, fichi, prugne

  • frumento e farro in chicchi

  • grassi vegetali quali oli e margarine

Per il riequilibrio della flora intestinale, è buona abitudine assumere fermenti lattici, anche con uno yogurt (se la causa non fosse da ricondurre a intolleranza a lattosio o lattulosio).


Non bisogna, comunque, esagerare con le fibre, in quanto si potrebbe persino ottenere l’effetto contrario, soprattutto se si sceglie di introdurle tutte insieme. Chi ha generalmente un’alimentazione povera di questo fondamentale nutriente, dovrebbe introdurlo gradualmente, aumentando via via con il passare delle settimane. Inoltre, un eccesso di fibra, riducendo l’assorbimento di alcune sostanze, potrebbe causare carenze di calcio o ferro, minerali importantissimi nell’organismo.


Quali cibi evitare?


Esattamente come ci sono alimenti che possono favorire la motilità intestinale ce ne sono altri che possono rallentarla notevolmente, vediamoli nel dettaglio:

  • La prima cosa da moderare è l’assunzione di alimenti eccessivamente dolci o carichi di zucchero raffinato.

  • Sono da limitare le sostanze contenenti caffeina, bevande gassate o alcoliche.

  • Per evitare la formazione di aria sarebbe opportuno evitare, almeno i primi tempi, il consumo di cavoli, cavolfiore, fagioli e, in caso di sospetta difficoltà di digestione, anche il latte.

  • Da consumare in maniera saltuaria, sono gli alimenti detti “astringenti” (riso, mirtilli, tè, nespole, limoni, banane, ecc..).

  • Sono anche da limitare pane e pasta raffinati perchè la lavorazione provoca l’eliminazione della tunica fibrosa.

Come mangiare?


Per prevenire e combattere la stitichezza, ci sono altri piccoli accorgimenti legati, non soltanto a “cosa”, ma anche a “come” mangiare. Con i tempi frenetici di oggi è sempre più difficile sedersi a tavola, eppure, questo, potrebbe essere uno dei motivi alla base del problema.

  • Consumare i pasti con tranquillità, a partire dalla prima colazione: abbondante e tranquilla.

  • Anche a pranzo, se possibile, va consumato con calma: sarebbe opportuno evitare il classico “panino da portar via”, preferendo un piatto di pasta da mangiare con calma.

  • La masticazione è importantissima: prendetevi tutto il tempo di assaporare il cibo, ricordando che la prima digestione inizia proprio dalla bocca.

  • Evitate anche di discutere o alterarsi a tavola, questo tipo di emotività non sarà affatto gradita dal vostro apparato gastrointestinale, che risponderà rallentando o disturbando la digestione.

Movimento fisico per favorire il transito intestinale.


A volte, correggere le proprie abitudini alimentari, può non essere sufficiente. Sempre più spesso, il problema risulta legato a scarso movimento fisico o a situazioni psicologiche eccessivamente gravose. La sedentarietà della vita moderna può essere una delle cause della stitichezza, quindi, è opportuno dedicare almeno un’ora al giorno ad un’attività fisica che metta in moto tutta la muscolatura dell’organismo e, in particolare, quella addominale.

La famosa “passeggiata digestiva” che spesso viene citata con noncuranza e quasi con sarcasmo, in realtà non è che una delle fondamentali tappe del benessere intestinale. Camminare, correre, nuotare, fare yoga, sono tutte attività che aiutano a rinforzare i muscoli addominali, migliorandone il tono e facilitando l’evacuazione. Anche mezz’ora di camminata, preferire la bici all’auto, recarsi a lavoro a piedi, possono essere tutte alternative ad attività ben più pesanti, in grado di apportare visibili benefici in appena una settimana.


Rispettare i ritmi e le esigenze dell’organismo.

Per abituare l’organismo ad una defecazione corretta bisognerebbe anzitutto cercare di assecondare il più possibile i propri movimenti intestinali, recandosi in bagno appena insorge lo stimolo. Spesso, però, l’impossibilità materiale o altri fattori possono essere freni inibitori per questo tipo di necessità naturali, che, invece, dovrebbero trovare una risposta immediata al sorgere dello stimolo. Il rimandare continuamente lo svuotamento intestinale induce, oltre ad un ulteriore assorbimento dell’acqua, con conseguente secchezza delle feci e ulteriore difficoltà nell’espellerle. Sarebbe importante quindi cercare di assecondare le esigenze fisiologiche soprattutto nelle fa si in cui si è più stitici, abituando poco a poco il corpo a ritrovare una regolarità che si adatti al nostro stile di vita.Attenzione è importantissimo però evitare di fare sforzi eccessivi: un esagerato accanimento risulta inutile, in quanto si ottiene il riflesso opposto da parte della muscolatura interna e involontaria dell’ultimo tratto del colon, senza contare le possibili e frequenti complicazioni(le emorroidi possono essere una di queste).È preferibile, al contrario, cercare di assumere la posizione più favorevole possibile. Una di queste, detta “bagno alla turca”, è quella accovacciata,che rende più efficace la spinta data dalla muscolatura addominale.


Rimedi naturali.


Per combattere la stipsi è preferibile evitare di ricorrere a trattamenti drastici o immediati, preferendo stimolare con delicatezza il tratto intestinale con diversi aiuti naturali che apportano benefici sul lungo periodo:


I rimedi della “nonna”


  • bere un bicchiere d’acqua calda con uno o due cucchiaini di succo di limone, al mattino e alla sera che ha un’azione emolliente e disinfettante

  • bere un frullato di semi di lino che sono ricchi di mucillagini che facilitano il transito intestinale

  • bere un cucchiaio di sciroppo di fichi prima di andare a dormire, accompagnato da tre prugne secche

  • bere succo di aloe vera che grazie all’aloina normalizza la flora batterica e quindi contrasta i patogeni putrefattivi e normalizza le funzioni intestinali

  • prendere, due volte al dì, semi di girasole, di lino e di sesamo, accompagnati con un abbondante bicchiere di acqua tiepida.

Fitoterapia: le tisane, i decotti e gli alimenti amici.


L’infuso di Cicoria. La cicoria, selvatica in particolare, ha diverse proprietà benefiche, tra le quali la stimolazione della produzione di bile da parte della colecisti e aiuta la regolarizzazione dell’intestino. Per preparare il suo infuso, preparare mezzo litro d’acqua bollente nel quale immergere, ben tagliuzzate, 10-15 gr di foglie di cicoria e lasciarle in infusione per una mezz’ora. Si può zuccherare a piacere, bevendone un bicchiere al mattino e alla sera, a digiuno. L’infuso di Semi di Lino e il loro olio. I già ripetutamente ricordati semi di lino, possono essere assunti in diversi modi: possono essere inseriti nella dieta grazie all’olio di semi di lino, da aggiungere ad un qualsiasi pasto o da mescolare allo stesso olio d’oliva, anche per condire l’insalata.o attraverso ’infusi, da preparare lasciandone un cucchiaino in acqua bollente per l’intera notte. L’infuso va bevuto al mattino per più giorni.L’arancia: il decotto e non solo. Gli agrumi, come già accennato,sono naturalmente fonte di diverse vitamine, oltre ad essere un importante aiuto per i problemi legati alla stitichezza. L’arancia, in particolare, ha importanti effetti stimolanti sull’apparato gastrointestinale. Mangiarne una prima di andare a dormire e una al mattino potrebbe essere di grande aiuto, per combattere la stipsi. In alternativa si può preparare un decotto con la buccia,beneficiando anche di una riduzione dei gas intestinali.

Il decotto di Carciofo. Il carciofo, ottimo per le sue qualità di stimolazione di fegato e colecisti, è anche particolarmente indicato per risolvere eventuali problemi digestivi. Per preparare il suo decotto, è necessario avere a disposizione carciofi freschi; tagliarne sia i gambi che le foglie, in quantità a piacere e farli bollire in mezzo litro d’acqua. Una volta raffreddato, eliminare le parti solide e, eventualmente, dolcificare. Il miglior modo per assumere il decotto è al mattino prima di fare colazione, e la sera, prima di dormire. I caffè di Mais e Avena. Preparare il caffè con i semi di avena o di mais, seccati e polverizzati, può essere estremamente utile. Quello di mais, in particolare, può essere anche preso dolcificato, con il latte, prima di fare colazione.


Cure farmacologiche contro la stipsi.


Naturalmente se si è in presenza di stitichezza secondaria occorre trattare opportunamente la patologia di base. In ogni caso anche la stipsi primaria che insorge in assenza di altre patologie organiche, può essere trattata occasionalmente con farmaci lassativi. Prima di passare ad una breve rassegna di questi farmaci è comunque necessario avvertire che:

  • il ricorso ai lassativi favorirà lo svuotamento dell’ampolla rettale in quel momento, ma non risolve il problema.

  • l’uso ripetuto ed esagerato di lassativi in genere, può creare assuefazione e complicazioni, tra cui un minore assorbimento di vitamine e minerali o uno squilibrio nel riassorbimento dell’acqua a livello dell’intestino

  • tali farmaci presentano effetti collaterali come diarrea o crampi addominali

  • i lassativi, spesso, impediscono la diagnosi della causa principale della stipsi

  • I lassativi, essendo spesso di derivazione farmacologica, possono entrare in contrasto anche con altri farmaci

Bisogna, quindi, ricorre ai vari tipi di lassativi soltanto in casi davvero eccezionali e per brevi periodi e in ogni caso consultare il proprio medico curante prima di assumerli.


Ci sono diversi tipi di lassativi, con più o meno effetti collaterali:


  • quelli adibiti all’aumento della massa fecale (come la crusca) come il lattulosio i cui effetti collaterali sono limitati alla produzione di gas, sensazione di gonfiore, la cui efficacia, tuttavia, può non essere immediata

  • quelli che creano un effetto osmotico tale da ammorbidire il materiale fecale, facilitandone l’evacuazione, come i sali di magnesio o sodio o il decusato, possono causare disidratazione e crampi, nei soggetti che li assumono

  • quelli stimolanti che stimolano le preti dell’intestino causando contrazioni per espellere le feci. Provocano crampi e dipendenza, inducendo la sindrome dell’intestino pigro

  • i clisteri a base di acqua, sali o vasellina, che asportano le feci dalle parti più basse del colon. Sono privi di effetti collaterali, ma spesso inefficaci.

Condizioni particolari: come comportarsi?


Non sempre il comportamento migliore, di fronte all’insorgere di questo fastidioso problema, è ugualmente efficace o utilizzabile in ogni occasione. A volte, situazioni particolari, possono mettere in condizione da preferire una soluzione piuttosto che un’altra, rendendone alcune totalmente sconsigliabili. È il caso della gravidanza o dell’età infantile, dove non sempre è applicabile una terapia farmacologica ed è, invece, preferibile il ricorso a rimedi il più naturale possibile.


In gravidanza.


In questo periodo di cambiamenti, la donna è soggetta anche aduna serie di disturbi, conseguenti alle modificazioni graduali del suo corpo; uno di questi, abbastanza frequente, è proprio la stipsi. In primo luogo, la produzione di nuovi ormoni può interferire con l’elasticità delle pareti intestinali, allentandole e ammorbidendole, causando problemi al trasporto delle sostanze di scarto attraverso l’apparato digerente. Oltre al problema legato alla secrezione ormonale, anche la compressione, data dal feto e dalla sua crescita, con conseguente spostamento del colon, può essere causa di questo squilibrio. Oltre a bere due litri d’acqua al giorno e fare attività fisica (adeguatamente alle proprie condizioni), bisogna che la gestante esegua un regolare controllo del peso e che stia attenta all’eventuale scatenarsi di emorroidi, estremamente frequenti in questo periodo.

Gli integratori multivitaminici contenenti ferro, possono essere anche causa o motivo di aggravamento della situazione, perciò la prima cosa da fare è chiedere al medico riguardo una sua potenziale sostituzione o sospensione. In gravidanza è preferibile evitare l’utilizzo dei lassativi da contatto, osmotici e oleosi. I primi a causa dell’effetto dannoso per le pareti dell’intestino, già interessate da modificazioni tissutali sfavorevoli; i secondi hanno gli stessi effetti dei precedenti, con l’aggravante della formazione di aria, ancora più fastidiosa in questa fase; i terzi perché impediscono l’assorbimento di vitamine importantissime durante il periodo di gestazione.

Il rimedio migliore, resta quello naturale: bere moltissima acqua e assumere un quantitativo di fibre adeguato. In questo caso, tuttavia, sarebbe opportuno dare la precedenza alle fibre solubili (quelle insolubili abbasserebbero l’assorbimento di alcune vitamine e di oligoelementi), come il glucomannano. Categorico il parere medico, prima di assumere qualsiasi tipo di lassativo.


Per i bambini.


Con la loro fisicità più delicata ed il corpo in crescita, hanno una regolarità diversa, rispetto all’adulto, e che varia a seconda delle fasi della sua vita. Durante la primissima infanzia, non possiamo propriamente parlare di stipsi, in quanto l’apparato gastrointestinale dei neonati tende ad assorbire più nutrimento possibile e il latte materno ne è particolarmente ricco, portando ad una esigua creazione di scarti.Dai 18 ai 24 mesi, normalmente, la stipsi è legata alla mancanza di fibre, acqua o alla scarsa attività fisica. In questi casi, è preferibile evitare di cambiare drasticamente le abitudini del bambino, ma inserire nella sua dieta un apporto superiore di frutta e verdura eun movimento maggiore. Per creare una buona abitudine, gli si può dare da mangiare una cosa a sua scelta e farlo sedere sul vasino per 5-10 minuti, così da farlo familiarizzare con il riconoscimento dello stimolo. È importante evitare di ricorrere a rimedi drastici e invasivi, come supposte di glicerina o stimolazioni fisiche della zona anale, in quanto potrebbero creare soltanto fastidio, sia fisico che psicologico, oltre che abituare il bambino ad evacuare soltanto sotto stimolazione esterna.

Altri accorgimenti possono essere legati sempre alla dieta: evitare i succhi confezionati e, eventualmente, centrifugare la frutta personalmente; saltuariamente, sostituire la porzione di carne quotidiana con legumi, per favorire comunque l’assimilazione delle vitamine necessarie; evitare un consumo eccessivo di latticini; non esagerare con il sale.

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