L’influenza secondo la medicina ayurvedica
Per l’ayurveda le influenze stagionali non sono il mero frutto di qualche batterio, bensì hanno strettamente a che fare con l’universo intero, con l’equilibrio dei dosha e il cambio di clima. Vi sono due fasi nell’epidemia: quella che si sviluppa più o meno in dicembre e quella primaverile. La medicina tradizionale considera allo stesso modo queste due ondate. Per quella indiana, invece, la prima fase serve a “scaricare” il calore accumulato durante l’estate, la seconda a eliminare il muco accumulato in inverno. Questo è dovuto al diverso equilibrio dei dosha: Ogni stagione è dominata da uno dei tre dosha: Vata, Pitta e Kapha energie che permeano sia l’organismo umano che l’ambiente. Il dosha dell’inverno è Kapha che esprime freddezza, lentezza, pesantezza, chiusura. In questa stagione aumenta la quantità di muco che non riesce a liberarsi perché nell’ambiente non è presente la qualità (o guna) di Vata che è il movimento.Vata domina in primavera ed è sinonimo di moto, freschezza, vento: ecco che, in quel periodo dell’anno, si verifica la possibilità di espellere il muco, cosa che accade puntualmente con le influenze di febbraio-marzo. In estate, invece, c’è un grande accumulo di calore (qualità di Pitta) e, se non viene adeguatamente liberato, questo porta alle febbri di dicembre.