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LA TERAPIA BIOPROTICA

Tra le nuove terapie, che stanno modificando il modo di curare molte malattie con l'uso di sostanze e tecnologie non invasive, spicca l'uso di batteri per combattere batteri. Per avere una vaga idea del rapporto tra gli esseri umani ed i batteri occorre riflettere su alcuni dati: si stima che in un adulto medio il peso della massa batterica sia di circa 2,5 kg!! Di questi quasi 1,5 kg sono localizzati nell'intestino. Per tale motivo oggi si parla dell'uomo come di un ECOSISTEMA composto da uomo+ batteri. I batteri interagiscono con noi sin dalla nascita, ci aiutano a difenderci dalle aggressioni di altri batteri e producono sostanze che condizionano la nostra esistenza, addirittura modificando anche il nostro umore. Ci sono interessanti studi che dimostrano ad esempio che i bambini affetti da autismo presentano una concentrazione particolarmente elevata di clostridi e candida albicans nell'intestino mentre di recente si stanno delineando interessanti rapporti tra alterazioni della flora batterica intestinale e la depressione!! Usare i batteri per combattere i batteri è un'idea geniale: nel mondo microbiologico ogni specie batterica deve difendere la propria esistenza da ceppi batterici simili, che vanno ad occupare gli stessi territori o meglio la stessa “nicchia ecologica”. In realtà un esempio è già ben noto e consiste nell'uso dei fermenti lattici per contrastare la proliferazione di batteri anaerobi e miceti nell'intestino dopo e durante le terapie antibiotiche. Tale approccio viene definito "probiotico". La probiosi ricorre all'uso di ceppi batterici colonizzanti l'intestino, capaci di determinare benefici per l'ospite con un'azione diretta sull'intestino ed inzdiretta sul sistema immunitario. In tal caso l'effetto della somministrazione dei concentrati batterici (fermenti lattici) consiste in una “occupazione del territorio”. Studi recenti dimostrano però come non serva, e a volte sia controproducente, "buttar dentro fermenti lattici a caso" ma piuttosto sia necessario adattare le scelte ai diversi problemi che si pongono. Una novità riguarda invece la scoperta che alcuni ceppi batterici produ-cono sostanza tossiche solamente nei confronti di batteri filogenetica-mente vicini per impedire che questi possano andare ad invadere i loro spazi vitali. Il caso più importante per l'ORL riguarda lo streptococco piogene, responsabile della maggior parte delle tonsilliti ed otiti batteriche. Si è infatti scoperto che uno streptococco non patogeno per l'uomo, lo Streptococco salivarius, produce delle sostanze definite BATTERIOCINE, che sopprimono gli altri streptococchi . Oggi quindi, per pazienti affetti da tonsilliti recidivanti, oltre le comuni terapie, è possibile utilizzare l'arma batterica, inducendo una colonizzazione del cavo orale e delle alte vie aeree da parte dello Streptococcus Salivaris. Analoghi prodotti sono stati sviluppati per influenzare favorevolmente la flora batterica del cavo orale, riducendo la carica dei batteri responsabili delle carie e rappresentano ottimi presidi per evitare ripetuti e dolorosi trattamenti odontoiatrici. Tale tipo di trattamento, totalmente naturale, ha mostrato di essere in grado in monoterapia, cioè senza altre terapie di supporto, di ridurre del 66% l'incidenza di ricadute.

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