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Endometriosi: cos'è? Sintomi, diagnosi cura ed alimentazione.

Scopriamo cos'è l’endometriosi, quali sono le cause e con che sintomi si manifesta questa patologia caratterizzata da vari stadi. Come si effettua la diagnosi? Quali sono l’alimentazione e le cure consigliate per sconfiggerla?

Che cos'è l’endometriosi?

L'endometriosi è una patologia che colpisce le donne e che causa la formazione di tessuto endometriale, che fisiologicamente riveste la cavità interna dell'utero, in zone sia interne che esterne all'apparato genitale femminile. Può essere una patologia molto invalidante, sia per i sintomi che per le conseguenze che porta, si ritiene infatti che dal 30 al 40% dei casi di infertilità sia presente l'endometriosi, e colpisce mediamente il 10% delle donne europee e circa 4 milioni di donne italiane.

Classificazione della patologia in base alla localizzazione del tessuto endometriale.

La presenza di endometrio ectopico (cioè di tessuto endometriale al di fuori dell'utero) può essere riscontrata in diverse parti dell'organismo. Questo fa si che si possano classificare due principali tipologie di endometriosi e in particolare questa può essere:

  • Interna: chiamata anche adenomiosi questa forma di patologia colpisce soltanto il miometrio, cioè lo strato intermedio tra l'endometrio e il perimetrio. Il tessuto endometriale si trova quindi sempre all'interno dell'utero ma non nella posizione corretta.

  • Esterna: è quella che risponde meglio alla definizione di endometriosi, il tessuto endometriale si trova in zone del corpo completamente al di fuori dell'utero.

L'endometriosi esterna, o propriamente detta, può colpire diversi organi e distretti del corpo della donna, possiamo trovare del tessuto endometriale e più precisamente nelle zone:

  • Ovarica o tubarica: come nel caso dell'endometriosi situata nella zona ovarica o tubarica. La possiamo riscontrare anche a livello dei legamenti uterini e dei genitali esterni come vulva e vagina.

  • Pelvica: negli organi della pelvi come l'ultimo tratto dell'intestino la vescica, il setto che si trova tra vagina e retto, e il peritoneo.

  • Addominale: a livello degli organi addominali (endometriosi addominale) come lo stomaco o l'appendice e a livello di altri organi come i polmoni, il fegato o i reni. Talvolta si possono riscontrare cisti endometriosiche a livello inguinale e, seppur raramente, la patologia può colpire anche i nervi, come per esempio il nervo sciatico.

  • Cicatrici: che rimangono dopo un intervento chirurgico, questa condizione è nota come impianto iatrogeno.

I 4 stadi della patologia.

L'endometriosi è una patologia benigna che va però monitorata costantemente perchè può diventare molto grave. Clinicamente si distinguono quattro stadi principali che sono stati identificati in base a come le lesioni appaiono, a quanto sono grandi e profonde e alla loro tipologia ed anche alla presenza o all'assenza di aderenze. Distinguiamo:

  • Stadio 1: in questo stadio la malattia è nelle fasi iniziali e viene definita come minima. Vi sono poche lesioni e non vi è la presenza di aderenze.

  • Stadio 2: il secondo stadio definisce l'endometriosi lieve, le lesioni sono superficiali e hanno una grandezza inferiore ai 5 cm. In questo stadio si ritrova danneggiamento solitamente a livello ovarico e peritoneale e non vi sono aderenze.

  • Stadio 3: la malattia in terzo stadio è definita moderata, le lesioni sono sia superficiali che più in profondità e localizzate in più zone. Sono inoltre presenti delle aderenze.

  • Stadio 4: definito anche come endometriosi profonda è lo stadio più grave della patologia. Le lesioni sono molto profonde e sparse e vi sono aderenze molto spesse.

Ora vediamo quali sono le cause, i sintomi e le conseguenze della malattia.

Cause dell’endometriosi: non esistono certezze, ma diverse teorie.

Come ci si ammala di endometriosi? In realtà le cause reali della patologia sono ad oggi non conosciute. Tuttavia, essendo una patologia non rara, gli esperti hanno evidenziato cinque possibili teorie che possono spiegare l'origine della malattia.

  • Delle metastasi: viene anche chiamata teoria della mestruazione retrograda poichè sostiene che durante le mestruazioni alcune cellule di endometrio piuttosto che fuoriuscire dall'utero tornino indietro attraverso le tube e si localizzano a livello peritoneale dove formano degli aggregati, chiamati isole, di tessuto endometriale.

  • Alterazione dell'immunità: questa teoria sostiene che l'endometriosi abbia una causa genetica e la familiarità per la patologia rappresenti un fattore di rischio. In questo caso il sistema immunitario, che solitamente riconosce come estranee le cellule endometriali che si trovano al di fuori dell'utero, non riuscirebbe a riconoscerle e questo favorirebbe la proliferazione di queste cellule al di fuori dell'utero.

  • Disseminazione: si basa sulla possibilità che le cellule dell'endometrio raggiungano organi come i polmoni o il fegato o altri organi, mediante disseminazione attraverso il tessuto linfatico o il sangue.

  • Ormonale: questa teoria si basa sul fatto che il tessuto endometriale risponde agli ormoni sessuali femminili, e questo succede sia quando si trova nella sua sede corretta che quando invece si trova fuori sede. Da tale presupposto gli esperti suggeriscono che teoricamente l'assunzione della pillola anticoncezionale, dosata in modo da avere un basso contenuto di estrogeni, potrebbe migliorare la patologia.

  • Metaplastica: questa teoria si basa sul concetto di metaplasia, cioè sul fatto che alcune cellule di un determinato tessuto, senza una causa ben conosciuta, si trasformino in altre cellule di un differente tessuto. In questo caso sarebbero le cellule del peritoneo a trasformarsi in cellule dell'endometrio.

Anche i fattori inquinanti possono avere un ruolo… Alcuni sostengono anche che i fattori ambientali abbiano un ruolo nella patogenesi dell'endometriosi, in particolare l'esposizione agli inquinanti o il consumo di carni di animali sottoposti a cure ormonali.

Ma quali sono i sintomi principali?

Sintomi: possono essere un campanello d’allarme!

Al contrario delle cause, i sintomi sono ben conosciuti. Sebbene l'endometriosi possa decorrere, in circa il 25% dei casi, in maniera asintomatica, di solito presenta dei sintomi ben precisi che possono essere molto dolorosi e perfino invalidanti, (esiste infatti un decreto ministeriale che inserisce l'endometriosi tra le malattie invalidanti e che le attribuisce una percentuale di invalidità che va dal 10 al 20%). Alcuni di questi sono causati dal fatto che il tessuto endometriale risponde agli ormoni, altri invece dal fatto che le cellule endometriali producono prostaglandine, cioè sostanze che causano infiammazione e dolore. Tra i sintomi principali abbiamo:

  • Dolore: il dolore è uno dei sintomi caratteristici dell'endometriosi. Esso si manifesta in diversi momenti e in differenti localizzazioni, per esempio per quanto riguarda l'apparato genitale è frequente il dolore molto forte durante le mestruazioni, durante i rapporti sessuali, e al momento dell'ovulazione. Il dolore si può avere anche durante lo svolgimento delle funzioni fisiologiche come per esempio nel corso della minzione o della defecazione, e non sono rari anche mal di schiena e lombalgie (specialmente in caso di endometriosi peritoneale).

  • Sanguinamento: possono verificarsi tra una mestruazione e l'altra e si manifestano sotto forma di perdite marrone scuro.

  • Altri sintomi: sono astenia, debolezza, malessere generale, nausea, vomito, perdite biancastre, sensazione di pancia gonfia, stipsi e/o diarrea, efebbricola.

Conseguenze dell’endometriosi: cosa può provocare la malattia se sottovalutata?

I sintomi dell'endometriosi, come abbiamo precedentemente visto, sono principalmente dolore e sanguinamenti. Quello che però è estremamente importante è conoscere le conseguenze della patologia che sono sicuramente più preoccupanti della sintomatologia. In particolare l'endometriosi può portare:

  • Difficoltà all’avvio di una gravidanza: causa difficoltà alle donne che cercano una gravidanza in quanto rappresenta una delle prime cause di infertilità femminile che richiede il ricorso alla fecondazione assistita. L'infertilità può essere causata sia dalla formazione di cisti ovariche che rendono difficoltosa l'ovulazione, sia perchè impedisce meccanicamente all'ovulo fecondato di impiantarsi in maniera corretta per esempio provocando la chiusura delle tube.

  • Gravidanze extrauterine: può provocare delle gravidanze extrauterine, in virtù del fatto che l'endometrio è il tessuto in cui si impianta l'ovulo fecondato. Se questo tessuto si trova al di fuori dell'utero, è possibile che l'embrione vi s’impianti e dia inizio ad una gravidanza ectopica.

  • Tumori ovarici: può essere correlata con l'insorgenza di tumori ovarici. Studi recenti mettono in relazione tre diverse tipologie di carcinoma ovarico con la presenza di endometriosi, ma le ricerche sono tutt'ora in corso e ciò che al momento rimane evidente è che nella maggior parte dei casi non si ha un decorso maligno della malattia.

  • Intestino: si può determinare, nei casi più gravi, la comparsa di un blocco intestinale. Nel caso in cui il livello di endometriosi abbia raggiunto lo stadio infiltrante, si può rendere necessaria una resezione intestinale.

Diagnosi: esami di laboratorio e strumentali per identificare la patologia.

La diagnosi di endometriosi si basa su una serie di esami, di laboratorio e strumentali, e sull'anamnesi e la valutazione clinica da parte del ginecologo. Egli dovrà prestare particolare attenzione ai sintomi descritti dalla paziente, in base a questo procederà con gli altri livelli di indagine. E' bene che le indagini diagnostiche siano eseguite durante il periodo pre mestruale, che è quello in cui le lesioni risultano meglio visibili. Gli esami specifici per l'endometriosi sono quelli che per primi, dopo un'accurata anamnesi, vengono eseguiti dal ginecologo. Si suddividono in:

  • Ecografia pelvica: è una normale ecografia esterna che consente di valutare le strutture genitali e la vescica e l'eventuale presenza di anomalie.

  • Ecografia transvaginale: attraverso una sonda ecografica inserita in vagina il medico può determinare la presenza di tessuto ectopico a livello ovarico o tubarico, e la presenza di eventuali cisti ovariche o endometriomi. Rispetto all'ecografia pelvica esterna da risultati migliori.

  • Dosaggio dei markers: viene dosato il CA (cancer Antigen)125, uno dei marker dei tumori ovarici. I livelli normali di questa sostanza nel sangue sono di 0 - 37 μg/mL ed in caso di endometriosi possiamo trovare valori che vanno oltre questo intervallo. Tuttavia non è un marcatore specifico della malattia e necessita quindi di affiancarsi ad altre tipologie d’indagine.

  • Laparoscopia: è un esame molto invasivo che serve per valutare la cavità addominale e pelvica attraverso il laparoscopio. Questo strumento, dotato di telecamera ad un'estremità, si inserisce mediante un foro praticato nell'addome, viene insufflata aria per distendere la cavità addominale, e il medico può osservare da vicino le strutture e gli organi. Risulta particolarmente utile nell'identificazione dell'endometriosi tanto che è un esame consigliato a tutte le donne che presentano problemi di infertilità. Consente anche di eseguire contestualmente una biopsia dei tessuti ritenuti sospetti di modo da poterli poi studiare in laboratorio e fare una diagnosi istologica.

Talvolta, specialmente quando si sospetta un'endometriosi in sede extragenitale, si possono richiedere altri esami tra cui:

  • Risonanza magnetica: viene utilizzata prevalentemente per comprendere se vi siano lesioni a livello di strutture extra pelviche. È particolarmente indicata per rilevare la presenza di endometriosi a livello del nervo sciatico.

  • Clisma opaco: viene eseguito quando il medico sospetta un'endometriosi intestinale, ed è utile per individuare lesioni a livello del colon sigmoideo e del retto.

  • Colonscopia e cistoscopia: sono esami che prevedono l'inserimento di una sonda, dotata di telecamera, nel retto, per valutare il colon, e nella vescica, per valutare lo stato di salute dell'apparato urinario. Si eseguono in caso si sospetti endometriosi in queste strutture.

  • Ecografia mirata: può essere transrettale, se si sospettano lesioni al retto, oppure renale, epatica, addominale, in base al sospetto del medico sulla localizzazione delle lesioni.

Cura: quali sono i rimedi per l’endometriosi?

Le cure per l'endometriosi sono principalmente di tipo farmacologico e, nei casi più gravi, chirurgico. Vi sono anche delle terapie naturali che possono essere applicate ai casi meno gravi e non è da trascurare il ruolo dell'alimentazione.

Alimentazione:un aiuto naturale dalla dieta.

Per quanto riguarda l'alimentazione questa deve seguire alcune semplici regole fondamentali:

  • Consumare cibi ricchi di acidi grassi: aumentare il consumo di acidi grassi omega 3 (si trovano nel pesce e in alcuni semi oleosi), i quali sembra che riducano il rischio di insorgenza della malattia e ne prevengano anche l'aggravamento poichè riducono i livelli di prostaglandine, i mediatori responsabili dell'infiammazione.

  • Seguire una dieta ricca di fibre: consumare alimenti ricchi di fibre come le verdure e i cereali integrali in quanto aiutano a migliorare la funzione intestinale e determinano la riduzione dei livelli plasmatici di estrogeni.

  • Evitare latticini: evitare di consumare alimenti come latticini, che potrebbero aumentare la produzione di prostaglandine ed estrogeni, la soia, ricca di fitoestrogeni che potrebbero peggiorare il quadro clinico, e ridurre i consumi di carne rossa ed insaccati.

  • Limitare cibi contenenti istamina: ridurre il consumo di cibi che provocano il rilascio di istamina come le fragole, i formaggi fermentati, il cioccolato, i pomodori. Tali cibi potrebbero provocare un aumento della risposta infiammatoria.

I farmaci: la terapia inizia dopo 6 mesi dalla diagnosi.

La terapia farmacologica per l'endometriosi si inizia dopo circa 6 mesi - un anno da quando è stata diagnosticata la patologia, questo perchè potrebbe verificarsi una remissione spontanea della malattia. I farmaci che si utilizzano sono mirati al blocco o alla diminuzione dei livelli di estrogeni presenti in circolo, essendo l'endometriosi, una malattia strettamente correlata agli ormoni femminili. In particolare tra i farmaci usati abbiamo:

  • Analoghi di sintesi LH - RH: questi farmaci agiscono a livello degli ormoni secreti dall'ipofisi, bloccandone la produzione. Gli ormoni ipofisari sono responsabili della secrezione di estrogeni da parte dell'ovario, per cui bloccandone il rilascio non si avrà l'azione sulle ovaie che quindi non produrranno estrogeni. Tra questi abbiamo la Leurporelina e la Triptorelina.

  • Farmaci progestinici: sono derivati dal progesterone e la loro azione è a livello del tessuto endometriale.

  • Provocano, infatti, la riduzione e l'assottigliamento di tale tessuto fino a causarne l'atrofia. Tra questi abbiamo il Norethindrone e il Medrossiprogesterone.

  • Antagonisti delle gonadotropine: sono farmaci che derivano dagli ormoni androgeni e che hanno la capacità di diminuire i livelli di estrogeno e progesterone. In questo modo impediscono l'ovulazione e causano atrofia del tessuto endometriale. Tra questi abbiamo Danazolo e Gestrinone e un farmaco sviluppato di recente come nuova cura che ha il nome di Elagolix.

  • Pillola anticoncezionale: agiscono bloccando l'ovulazione e quindi diminuiscono i livelli di ormoni femminili in circolo. La combinazione più usata nelle pillole di nuova generazione è quella di Etinilestradiolo e levonorgestel.

Quando è consigliato l'intervento chirurgico per l’endometriosi?

La terapia chirurgica è consigliata in tutti quei casi in cui si abbia un'endometriosi severa o quando la terapia farmacologica non ha ottenuto gli effetti desiderati. L'intervento chirurgico si basa sulla riduzione o l'eliminazione delle lesioni causate dal tessuto endometriale ectopico. La tecnica chirurgica può essere di due tipi:

  • Conservativa: che consente cioè di poter successivamente provare ad avere un figlio in quanto vengono mantenute le strutture riproduttive. In questo caso si esegue l'intervento in laparoscopia (l'addome non viene aperto) o laparotomia (l'addome viene aperto), attraverso cui vengono asportate le eventuali cisti ovariche e vengono eliminate le aderenze.

  • Non conservativa: prevede la rimozione chirurgica delle strutture riproduttive come utero e ovaie al fine di eradicare completamente la malattia.

Le ultime tecniche all’avanguardia. Attualmente alcuni istituti all'avanguardia utilizzano una tecnica, per la chirurgia conservativa, che si avvale dell'utilizzo di un laser ad anidride carbonica con bassa densità di potenza. Tale tecnica permette una migliore dissezione delle lesioni mediante elettrocoagulazione ed è dotata di una maggiore capacità emostatica, riducendo quindi la perdita di sangue. Quando infine vi sono casi di endometriosi intestinale grave, è possibile che il medico si trovi costretto a praticare una resezione intestinale per rimuovere il tratto d’intestino affetto dalla patologia.

Come l’alimentazione anche altre terapie non convenzionali posso essere di supporto nella cura e nella gestione del dolore. Vediamo quali sono.

Le altre terapie non convenzionali ma che possono aiutare nella cura dell’endometriosi.

Per la cura di endometriosi non in stadio avanzato si può ricorrere anche a cure naturali e omeopatiche e a tecniche di rilassamento per affrontare meglio il dolore. Oltre all'alimentazione è possibile ricorrere ai:

Fiori di bach: nel dettaglio si utilizza il fiore Chicory,

Prodotti omeopatici: in particolare alcuni granuli omeopatici utilizzati per il trattamento dell'endometriosi sono Actaea racemosa 7 Ch, Chamomilla 9 Ch e Magnesia Phosphorica 9 Ch,

Prodotti fitoterapici: come Hamamelis virginiana, che ha la capacità di ridurre la perdita di sangue durante il periodo mestruale in quanto contiene tannino tra i suoi principi attivi, il quale ha attività emostatica. Alga spirulina, dalle proprietà immunostimolanti grazie al suo contenuto in vitamine come la vitamina D, E, e K. Ribes nigrum, che ha capacità antinfiammatorie grazie agli oli essenziali in esso contenuti che stimolano la produzione di cortisolo.

E' possibile inoltre ricorrere a tecniche come la ginnastica, per rinforzare la muscolatura pelvica, in particolare sono indicate le sedute di stretching e di ginnastica isotonica, e lo yoga, che aiuta a rilassarsi e ad entrare in armonia con il proprio corpo in una malattia che con precisione non si conoscono ancora le cause.

















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