Lesioni cartilaginee
La cartilagine è l'elemento fondamentale nella fisiologia articolare.
I condrociti sono le cellule che la costituiscono, hanno limitate capacità rigenerative e dopo una lesione traumatica vanno incontro ad alterazioni degenerative che possono essere irreversibili.
Le lesioni più superficiali tendono a progredire verso la degenerazione, quelle che penetrano l'osso sub condrale guariscono attraverso la formazione di un tessuto fibrocartilagineo o simil-cartilagineo.
Il tessuto di guarigione però differisce dalla normale cartilagine ialina e può facilmente andare incontro a successiva degenerazione.
Ogni lesione a carico della cartilagine articolare del ginocchio, viene considerata come l'inizio di una malattia cronica degenerativa con poche possibilità di cura, a causa della scarsa capacità rigenerativa.
Il paziente comincia quindi un percorso lento ma inesorabile che lo porterà ad una progressiva limitazione funzionale dell'arto accompagnato dal dolore, che se non curato opportunamente può portare all'intervento di sostituzione protesica delle componenti articolari del ginocchio.
Attualmente la cura delle lesioni cartilaginee del ginocchio consiste nel trattamento con iniezioni endoarticolari con acido ialuronico (all'aumento del peso molecolare corrisponde l'aumento di costi e la diminuzione della frequenza e del numero delle infiltrazioni).
Tale sostanza dalle caratteristiche viscoelastiche ha due funzioni principali, da una parte fornisce una base nutritizia alle cellule cartilaginee, impedendone la progressiva e graduale degenerazione. Dall'altro ha una funzione meccanica di favorire lo scivolamento delle superfici articolari tra di loro.
Nei casi particolarmente gravi l'acido ialuronico ha solo una funzione di lubrficante.
Le lesioni cartilaginee dell'arto inferiore comportano quadri di notevole importanza per il dolore. Questa patologia, è una frequente patologia che colpisce per lo più la popolazione anziana (>65anni). La lesione cartilaginea è infatti l'inizio dell'Artrosi.
Può accadere che uno sportivo, in seguito ad un trauma, possa riportare una lesione cartilaginea anche in età giovanile.
La sintomatologia soggettiva consiste essenzialmente nel dolore dell'articolazione interessata, che è più intenso al mattino, si attenua con il movimento, si può riacutizzare dopo sforzo e generalmente si attenua durante il riposo notturno.
Successivamente la funzionalità articolare diventa limitata prima dal dolore, poi dagli ostacoli di natura meccanica, (dovuti a frammenti cartilaginei che si liberano in articolazione) che possono impedire lo svolgimento delle normali attività o rendere difficili anche le abituali funzioni della vita di relazione. Il ginocchio tende a bloccarsi e a gonfiarsi.
La lesione cartilaginea può essere estesa a buona parte del ginocchio anche nei giovani sportivi e si parlerà allora di artrosi precoce (questo quadro si verifica spesso in pazienti con lesioni legamentose trascurate per anni). Nel caso la lesione sia limitata ad alcuni punti la prognosi può essere favorevole ed è possibile restituire all'articolazione la sua integrità con trattamenti chirurgici quali il trapianto.
Terapia
La Terapia di questa patologia è chirurgica, quando le lesioni hanno un diametro di circa a 2 cm. con esposizione dell'osso sub-condrale.
Se il paziente ha più di 65 anni o l'articolazione è gravemente danneggiata ci si avvale di impianti protesici che permettono la totale sostituzione dell'articolazione. Tali impianti sono metallici, in titanio pregiato ed in genere vengono cementati all'osso specialmente in caso di un osso porotico, cioè debole.
Negli ultimi anni ha avuto sempre maggior successo la MINI-PROTESI o protesi MONOCOMPARTIMENTALE, cioè una piccola protesi, di circa 3-4 cm, che riveste solo la parte usurata, non tutto il ginocchio (vedi le altre pagine del sito). Nel caso di sportivi AL DI SOTTO dei 40 ANNI si può procedere al trapianto di cartilagine. Questo intervento si esegue in 3 modi.
E' possibile prelevare una pasticca di cartilagine ed osso da zone non utilizzate del ginocchio e dopo aver rimosso la zona danneggiata (vedi foto) è possibile trapiantare l'innesto nello stesso intervento, eseguibile in artroscopia. Un'altra opportunità viene dall'eseguire delle microfratture cioè perforando la zona sofferente, stimolando una cicatrizzazione (non la ricrescita della cartilagine).
Un'altra più complicata metodica permette di eseguire un prelievo di cellule cartilaginee del paziente, di farle coltivare in laboratorio e di reimpiantarle dopo circa 30-40 gg. con un secondo intervento. Tutte queste metodiche non hanno un risultato assicurato dipendendo in gran parte dalla capacità biologica e rigenerativa di ogni paziente.
In particolare i trapianti di cartilagine SONO DA SCONSIGLIARE ASSOLUTAMENTE in pazienti con età superiore a 40 anni, data l'alta probabilità di fallimento (intorno al 90%!).