Cervicalgia
Col termine cervicale si intende tutta una classe di sintomi di natura dolorosa localizzati a livello del rachide cervicale. Spesso si sente dire “ho la cervicale” oppure “ho un attacco di cervicale”, ormai sono espressioni entrate nel linguaggio comune. Col termine cervicale si intende in generale tutto un insieme di sintomatologie dolorose e funzionali che riguardano il collo: Cervicalgia Rigidità cervicale Torcicollo Dolore alla base del cranio Sensazione di sabbia durante i movimenti Sensazione dolorosa sui lati del collo, cordoni dolorosi Dolore durante lo svolgimento di determinati movimenti Impossibilità a mantenere la posizione verticale della testa E altro ancora Si può aggiungere che anche gli aspetti degenerativi (artrosi cervicale) o gli adattamenti cronici (rettilineizzazione della lordosi cervicale, ernia cervicale) siano il risultato di una cronicizzazione di un quadro lesionale di tipo osteopatico. Inoltre una cervicalgia è spesso associata a rigidità del collo, nausea, vertigini, senso di ottundimento, acufeni, irradiazioni del dolore alle braccia o altri sintomi ancora. Ancora non bisogna dimenticare le funzioni endocrine (tiroide), neurovegetative (nervo vago) e emodinamiche (vene giugulari) che possono essere influenzate dalle disfunzioni osteopatiche che coinvolgono il collo in maniera diretta o indiretta. In altri termini il rachide cervicale è molto frequentemente sede di sintomi non solo di tipo doloroso ma anche funzionale e talvolta molto invalidanti. Infine si deve considerare la dinamica del colpo di frusta che merita però una trattazione a parte. Osteopatia e cervicale L’Osteopatia è utilissima in questi casi in quanto la quasi totalità di questi problemi ha una base osteopatica. In caso di problemi del tratto cervicale l’indagine osteopatica parte dal collo: viene analizzata la dinamica delle vertebre cervicali, la tensione delle fasce cervicali, soprattutto la fascia cervicale media e la tensione dei muscoli del collo. In caso di disfunzioni locali si effettuano correzioni dirette che non sono mai traumatiche, pericolose o dolorose. Tuttavia molto spesso il tratto cervicale in sé non presenta problemi primari ma si adatta a disfunzioni periferiche localizzate sia a monte che a valle: Mal di collo, Disfunzioni cranio sacrali: le prime due/tre vertebre cervicali offrono inserzione alla meninge esterna; per cui una qualsiasi alterazione del Sistema cranio sacrale può avere ripercussioni sul tratto cervicale. In questo caso è necessario un intervento di tipo cranio sacrale: il problema potrebbe essere localizzato sia sulla base del cranio come a livello del coccige e comunque dare ripercussioni dinamiche sulla colonna cervicale. Disfunzioni viscerali: a livello di C5-C6-C7 trovano inserzione i legamenti pericardici che sorreggono non soltanto il cuore e i grossi vasi ma anche il diaframma (il muscolo della respirazione) e di conseguenza gli organi e le fasce sopra e sotto diaframmatiche. Come conseguenza una qualsiasi disfunzione osteopatica localizzata in sede viscerale o comunque in prossimità del diaframma porta una tensione in maniera diretta sulle vertebre cervicali. Non è un caso che la quasi totalità delle ernie cervicali sia localizzata a livello del tratto C5-C6-C7: è proprio qui che si scaricano le tensioni meccaniche provenienti dai visceri sottostanti. Queste tensioni nel corso del tempo danno origine alla classica “gobbetta” alla base del collo oltre che a dolori e limitazione della mobilità. In questo caso è necessario lavorare sui visceri, o meglio sulle fasce che avvolgono e sostengono i visceri, in modo da alleggerire le tensioni interne e liberare il tratto cervicale basso. Questo porta generalmente un grande vantaggio sia sui dolori che sulla mobilità. Disfunzioni della colonna vertebrale: il tratto cervicale, in virtù del suo alto grado di mobilità, si adatta facilmente ai problemi della colonna vertebrale, del bacino e può essere influenzato da catene lesionali in partenza addirittura dal piede. Questo può sembrare un po’ strano se non si è abituati a ragionare in termini osteopatici ma non è raro che una cervicalgia si sviluppi, per esempio, a partire dalla distorsione di una caviglia: la disfunzione dal piede si trasmette a ritroso attraverso l’arto inferiore, il bacino e la colonna vertebrale fino ad arrivare a perturbare la dinamica delle vertebre cervicali. In questo caso per risolvere la cervicalgia bisogna riequilibrare il piede. Si potrebbe continuare con altri esempi. Il concetto importante da capire è che per risolvere una cervicalgia non ci si può limitare a “curare il collo”; l’esperienza dimostra che le disfunzioni primarie che colpiscono il tratto cervicale sono localizzate quasi sempre in periferia. Quindi il campo di indagine deve essere esteso a tutto il sistema, non solo al collo: l’Osteopatia lavora proprio seguendo questa impostazione metodica. Per i problemi del tratto cervicale l’Osteopatia ha una probabilità di successo statisticamente altissima pertanto in caso di cervicalgia l’Osteopatia è considerata terapia di prima scelta.