SPIRITUALITA' E RELIGIONE
Come sempre, il contesto è fondamentale quando si tratta di un argomento che potrebbe far procedere verso una china scivolosa. In primo luogo non dobbiamo solo definire la spiritualità, ma differenziarla dalla religione. L’ idea di parlare o sentir discorrere di spiritualità rende alcune persone abbastanza nervose, soprattutto perché quasi per tutti il termine spirituale è sinonimo di religioso … e la religione evoca immagini diverse in persone che sono diverse, differenti, uniche. Queste due parole provocano intrinsecamente un enorme trasporto emotivo. Eppure non si pronunciano allo stesso modo, non sono sinonimi. Cominciare a riconoscere che il loro significato è differente, benché difficile da differenziare, ci porterà ad evitare di far confusione quando inizieremo a stendere un’anamnesi spirituale del nostro paziente. La Spiritualità risponde ad una richiesta di qualcosa di più profondo dell’ esistenza naturale che ci circonda. È una qualità. Una prospettiva. E’ più contemplativa che attiva. È un sentire personale che è spesso difficile da descrivere. La spiritualità è un assioma che dice che “c’ è un livello più profondo dell’esistenza dell’ovvio”, e l’altro assioma che dice “che non c’è”. Entrambi gli assiomi sono convinzioni di base auto-evidenti , self evidence based, che non possono essere dimostrati. La religione è la componente attiva della spiritualità. E’ piu’ popolare, prevede rituali o comportamenti prescritti … è qualcosa che si fa. La religione cerca di dare una forma alla spiritualità. Un modello. Ed è per questa ragione che ci sono piu’ modelli e molte forme. Ma la spiritualità non ha bisogno di un modello. Cio’ in cui credo si manifesta nel mio modo di vivere e nel modo in cui faccio le cose che faccio. La mia vita è la mia religione. Quindi, in questo senso, tutti noi dovremmo avere la nostra religione. Tutto bene? Queste definizioni rischiano di sovrapporsi, è vero, ma almeno adesso siamo terminologicamente sulla stessa strada.