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L'infezione da papillomavirus

L'infezione da papillomavirus si trasmette per via sessuale; rappresenta il principale fattore di rischio per il carcinoma della cervice uterina L'infezione da papillomavirus (HPV - Human Papilloma Virus) è in assoluto la più frequente infezione sessualmente trasmessa; l'assenza di sintomi ne favorisce la diffusione poiché la maggior parte degli individui affetti non è a conoscenza del processo infettivo in corso. L'infezione da HPV è più frequente nella popolazione femminile. Esistono circa 100 tipi di papillomavirus differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi (specie tipo 6 e 11), altri sono in grado di produrre lesioni pre-invasive (displasie) ed invasive, cioè il tumore della cervice uterina (specie tipo 16 e 18). Generalmente il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa 5 anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di decenni. Il tumore della cervice uterina (collo dell'utero) è stata la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità come totalmente riconducibile ad una infezione: essa è infatti causata nel 95% dei casi da una infezione genitale da HPV. In Italia vengono diagnosticati ogni anno circa 3.500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e oltre 1.500 donne muoiono a causa di questo tumore. Per questo è importante mettere in atto misure preventive, basate su programmi di screening, che consentano di identificare le lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma. SINTOMI E SEGNI Nella maggior parte dei casi, l'infezione da HPV decorre in maniera del tutto asintomatica. L'organismo, il più delle volte, ha la capacità di debellare il virus prima che possa provocare danni importanti. In altri casi, però, questa capacità viene meno e il sistema immunitario non riesce a sconfiggere l'HPV, che provoca, così, sintomi e disturbi anche piuttosto gravi, come il tumore della cervice uterina (collo dell'utero). Nel 10% circa delle donne contagiate dal virus, infatti, l’infezione può diventare cronica: se il virus responsabile appartiene alla categoria dei virus "ad alto rischio", le lesioni a livello dell’apparato genitale - e in particolare a livello del collo dell’utero - possono trasformarsi nel giro di qualche anno (in media, dai 7 ai 15 anni) in una lesione tumorale. Il tumore della cervice uterina è stata la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad una infezione: essa è infatti causata nel 95% dei casi da una infezione genitale da HPV. Ci sono alcuni sintomi e segni che ci possono far pensare ad un'infezione uterina; tra i più comuni ricordiamo: sanguinamento o flusso vaginale inconsueto (soprattutto dopo il rapporto sessuale) dolore nella parte bassa della schiena dolore quando si urina (particolarmente in concomitanza a dolore nella parte inferiore dell'addome) dolore durante i rapporti sessuali. Questi sintomi non sono specifici di tumore genitale, ma possono metterci in allerta. In loro presenza è consigliabile consultare il proprio medico o il ginecologo. L'HPV può dar luogo ad altre manifestazioni cliniche, come le verruche, che oltre a livello della cervice uterina, della vagina, della vulva, dell'uretra, del perineo e dell'ano, possono evidenziarsi anche in sedi extragenitali, come a livello della congiuntiva, del naso, della bocca, della laringe. Spesso presentano dimensioni così piccole da renderne difficile l'identificazione ad occhio nudo. Si deve però precisare che i ceppi responsabili delle verruche genitali non sono gli stessi implicati nell'insorgenza del tumore della cervice uterina; di conseguenza una persona colpita da candilomi acuminati, non presenta necessariamente un rischio aumentato di neoplasie ano-genitali. COMPLICANZE La complicanza più grave dell'infezione da HPV è rappresentata dal carcinoma della cervice uterina. Il passaggio dall'infezione all'insorgenza delle lesioni precancerose avviene circa in 5 ann. Solo le infezioni che diventano croniche possono trasformarsi nell'arco di 7-15 anni in una lesione tumorale. La sintomatologia si manifesta, purtroppo, quando il carcinoma è già è in fase avanzata. DIAGNOSI L’approccio diagnostico per il monitoraggio dell’infezione da papillomavirus e delle eventuali lesioni è costituito dai seguenti passaggi: diagnosi clinica colposcopia Pap-test (esame citologico) Il Pap-test completa le informazioni ottenute con la normale diagnosi clinica e/o colposcopica. Viene in genere eseguito contestualmente a visita ginecologica e consiste nel prelievo di cellule dalla superficie del collo e dal canale cervicale dell’utero, anche in assenza di lesioni macroscopiche; può essere tuttavia eseguito successivamente all’esame colposcopico, per approfondire l’analisi su lesioni già osservabili ad occhio nudo. Il Pap-test ha permesso, dalla sua introduzione, di ridurre drasticamente l’incidenza e la mortalità per carcinoma della cervice uterina. TERAPIA Non esistono attualmente farmaci per curare l'infezione da HPV. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, l'infezione si risolve spontaneamente o è eliminata dall'organismo prima che causi problemi. Tuttavia se l'infezione persiste, il trattamento disponibile riguarda solo le cellule anomale che si formano in conseguenza di essa. Per il trattamento dei condilomi e delle verruche genitali, si effettua, in genere, un'applicazione di soluzioni chimiche, stimolanti le difese dell’organismo, che tendono a distruggere le lesioni. Usato anche il trattamento laser. Le cellule precancerose della cervice possono essere rimosse mediante procedure chirurgiche o laserterapia, a seconda dell'estensione della lesione. Quando il tumore si è già sviluppato, la terapia varia a seconda dello stadio e consiste in: asportazione parziale o totale dell'utero, ed eventualmente delle ovaie e tube chemioterapia radioterapia.

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